10 ECM
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L’idratazione nel paziente anziano è una necessità vitale, la cui carenza può esporre il paziente a pericolosissime conseguenze, urgenti e fatali. Tuttavia, l’obiettivo di far assumer almeno 2 litri di liquidi ad un soggetto geriatrico (che per definizione avrà minor percezione della sete) rappresenta un carico assistenziale estremamente impegnativo, soprattutto quando l’individuo è residente in una realtà comunitaria – RSA, in gergo “casa di riposo” – ed è dunque più difficile un rapporto dedicato, individuale ed esclusivo. Tale problematica amplifica esponenzialmente la sua complessità nel momento in cui avviene un decadimento cognitivo, e le misure di compensazione alla disidratazione (es. fleboclisi, nutrizioni artificiali) ed ai suoi side-effects (clisma rettale per stipsi, medicazione LDD ecc.) risultano invasive, dolorose e vissute con sofferenza e resistenza alla collaborazione. In questa sede si andranno a proporre strategie applicabili all’anziano per stimolare gradevolmente l’assunzione dei liquidi, nel rispetto delle sue eventuali limitatezze e patologie, nella prevenzione dei rischi clinici e nella consapevolezza della laboriosità dell’obiettivo, affrontando il problema con competenza e risorse comunemente accessibili.
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